In questo mese l’attività didattica ruota intorno al tema dell’alimentazione. In classe tutte le discipline, ognuna a modo proprio e secondo le sue caratteristiche, cooperano affinché in noi alunni si sviluppi la consapevolezza di quanto le corrette abitudini alimentari contribuiscano al miglioramento della qualità della vita. In laboratorio sperimentiamo la ricerca dei grassi e dell’amido negli, in classe con la LIM creiamo mappe concettuali per confrontare le tradizioni alimentari delle religioni più diffuse Cristianesimo, Ebraismo e Islamismo. Scriviamo il nostro diario alimentare per  catalogare i cibi che mangiamo e la loro alternanza durante la settimana; abbiamo anche, lavorando in gruppo,  adottato degli alimenti, che sono alla base della nostra dieta mediterranea,  cercandone l’origine, la provenienza, le qualità organolettiche e i benefici. Quelli che ho adottato io sono: la patata e il pomodoro, eccone un pò di storia:

Con la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo il 12/10/1492 si assiste ad un cambiamento generale, che rivoluzionò soprattutto il modo di alimentarsi delle varie popolazioni che vivevano in America e in Europa.

L’America era piena di colture ed alimenti dei quali l’Europa era sprovvista quindi, con la sua scoperta fu in qualche modo costretta ad offrire gran parte di questi prodotti e a svelare alcuni “Segreti del mestiere” affinché anche un altro continente arricchisse la propria alimentazione, che comunque non si era molto evoluta rispetto a quella medievale. Il POMODORO, originario del Perù e addomesticato in Messico, fu introdotto inizialmente in Europa come cibo ornamentale e solo dopo, quando le credenze sulla sua origine velenosa furono sparite, diventò un alimento di ampio consumo. I primi esperimenti eseguiti su quest’ortaggio avvennero in Spagna, da qui partì la diffusione in Italia e poi in tutta Europa .Come il pomodoro, anche la PATATA inizialmente fu vista con “Mal occhio”, non a causa delle sue proprietà alimentari, bensì a causa della sua natura, si credeva che fosse capace di assorbire qualsiasi veleno dalla terra e di contagiare l’uomo, questo alimento fu quindi soggetto a superstizioni e paure fino al 1800, periodo nel quale fu considerata un alimento strettamente per i poveri.

VALERIA D’ALISA IIF