Martedì 10 novembre 2015 , noi alunni della seconda F abbiamo assistito ad una lezione di scienze in laboratorio, inserita nel nostro percorso pluridisciplinare sull’alimentazione, diversa dalle altre : avevamo sempre e solo studiato  la parte teorica,e ra giunto  il momento di vedere come nella realtà fossero le cose. I   nostri animi erano pieni di frenesia ed entusiasmo, era da molto che non ci capitava un ‘opportunità del genere, ma soprattutto eravamo  curiosi di sapere ciò che la professoressa Beneduce avesse in serbo per noi, data la sua “strana “ richiesta del giorno precedente di portare: noci, acqua, mele, banane, carne cruda, oli, latte, burro, zucchero, patate e pane. Sicuramente non li avremmo mangiati, come speravano in  molti, ma avremmo potuto utilizzarli come strumento di sperimentazione che ci avrebbe portato a capire meglio l’apparato digerente. Così allo scuro di tutto, dopo l’intervallo ci siamo muniti di carta, penne, quaderni e degli alimenti che ci eravamo procurati, e con tanta voglia di apprendere  e un po’ di mormorio generale, alle 11:40 eravamo in laboratorio. Mentre i “Furbetti” cercavano di accaparrarsi gli sgabelli, e  i “Giusti” sedevano per terra, alcune ragazze aiutavano la professoressa a sistemare l’occorrente per gli esperimenti. Dopo poco …il materiale era pronto , le due cameraman avevano i loro apparecchi accesi, si poteva cominciare. Nel primo interessante esperimento abbiamo riconosciuto la presenza di grassi in un alimento. In molti cibi sono presenti i lipidi, anche in quelli in cui  noi crediamo non ci siano, perché ingannati dal concetto di porzione, trovata commerciale che rende alimenti, di natura molto grassi e calorici, cibi sani che potrebbero giovare alla salute del nostro organismo . Vediamo quindi come capire se un alimento contiene o meno i grassi, noi lo abbiamo compreso così: per prima cosa alcuni di noi hanno ritagliato tanti  pezzi di carta  dieci centimetri per dieci  centimetri , quanti i cibi da testare . Su ognuno di questi ritagli abbiamo versato o spalmato  ciascuno degli alimenti: abbiamo iniziato con  il rompere la noce , dividerla in 2 parti e premerla facendo forza sulla carta, per concludere con il pane. Alcuni alimenti  però bagnavano la carta, quindi il risultato finale lo avremmo potuto notare  solo quando il foglio sarebbe stato asciutto, così per accelerare il processo di asciugatura i fogli sono stati sottoposti al calore di un fornellino. Gli alimenti che contenevano i lipidi hanno lasciato traslucida la superficie immacolata del foglio bianco e hanno impresso  la propria  presenza .  A fine esperimento si è scoperto che  i cibi a contenere maggior quantità di grassi sono il burro e l’olio di oliva, mentre quegli alimenti che non ne contengono affatto sono il pane, la patata e l’acqua, invece  il latte e le noci  ne sono forniti in quantità intermedie.

Abbiamo riconosciuto la presenza di amido nei cibi durante il secondo esperimento.

Ci siamo sentiti veri scienziati in questa situazione, perché oltre ai soliti alimenti, questa volta è entrata in gioco anche la tintura di iodio, sostanza che somiglia ad una vera composizione chimica, di quelle che si utilizzano nei laboratori di scienziati pazzi. In ciascuno dei sei  baker dei quali ci siamo avvalsi, prendendoli in prestito dal laboratorio, abbiamo versato  la tintura di iodio. In ogni baker abbiamo poi aggiunto un cibo  diverso. Il colore originario della tintura di iodio è un rossiccio, ma se c’è un viraggio  di  tonalità o di colore con l’aggiunta di un alimento , vuol dire che quest’ultimo contiene amido. Con la carne, lo zucchero e la banana abbiamo notato che il colore rimaneva  invariato; quello che ci ha colpito di più è stato, però, il cambiamento di colore eclatante infatti si è  passati dal rossiccio della tintura di iodio al nero quando è entrato in combinazione con il pane e la farina.  Ad avere meno amido della farina e del pane c’è la patata , il cui abbinamento con la tintura di iodio da vita ad una “pozione” di colore marroncino .

In laboratorio alla scoperta dei cibi ci siamo divertiti ,ma abbiamo anche imparato molte cose.

Chissà quali avventure attendono gli intrepidi discendenti di Einstein, intanto li lasciamo al loro progetto sull’alimentazione.

Riusciranno dopo secondo voi  a trovare un rimedio alla bomba atomica?Elaboreranno una nuova teoria della relatività?

VALERIA D’ALISA IIF

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